Il ricalcolo pensionistico: un breve vademecum

La pensione è una prestazione previdenziale in denaro, periodica e continuativa, erogata individualmente da enti pubblici e privati ai pensionati in seguito a determinati requisiti. Si tratta del valore accumulato nel corso della carriera lavorativa che si traduce in pensione.

Raggiungimento di una determinata età; maturazione di anzianità di versamenti contributivi; mancanza o riduzione della capacità lavorativa per menomazione congenita o sopravvenuta; morte della persona protetta; particolare benemerenza verso il Paese: questi sono gli indici da prendere in considerazione al fine della ricostituzione pensionistica.

La ricostituzione della pensione consente la rideterminazione dell’importo di pensione, entro termini stabiliti da specifiche disposizioni di legge, per effetto di riconoscimento di contribuzione.

Quest’ultima può essere figurativa, obbligatoria, da riscatto, versata o maturata in data anteriore a quella di decorrenza della pensione medesima. La ricostituzione della pensione permette il ricalcolo dell’importo della pensione.

I diretti destinatari sono i pensionati pubblici e privati.

Come avviene la ricostituzione contributiva?

La ricostituzione pensionistica al 2021 avviene dopo l’accertamento di tutti i requisiti e si procede al ricalcolo della pensione come se si trattasse di nuova liquidazione. I periodi di contribuzione che sono già valutati in prima liquidazione, vengono esclusi. La ricostituzione, quindi, potrebbe determinare anche una modifica della decorrenza originaria della pensione o addirittura la perdita del diritto.

Quali sono i termini e la decadenza della ricostituzione della pensione 2021?

Il ricalcolo dell’importo del trattamento pensionistico e la rideterminazione sono sottoposti a prescrizione quinquennale. Quindi, il rateo maturato nel luglio 2011 si prescrive nel 2016. Quelli maturati prima del 2011, rientrano nella normativa precedente e seguono il termine decennale in vigore precedentemente. Per le variazioni a debito, la prescrizione è decennale poiché si applica la normativa sul recupero degli indebiti pensionistici.

Ad aggiornare la normativa è stata la legge 15 luglio 2011, n. 111 che ha modificato i termini di decadenza per l’azione giudiziaria in materia pensionistica. Per le domande di ricostituzione intervengono i termini di decadenza di tre anni, a condizione che la prestazione pensionistica sia riconosciuta con prima liquidazione dal 6 luglio 2011 e che il provvedimento di prima liquidazione sia viziato da errore per fatti noti e non per fatti sopravvenuti successivamente al provvedimento stesso. L’integrale riconoscimento della prestazione non correttamente calcolata in fase di prima liquidazione pur in presenza di tutti gli elementi utili, può trovare accoglimento solo se presentata entro tre anni dal provvedimento di liquidazione della pensione o dalla riscossione del primo rateo di pensione.

La domanda di ricostituzione presentata per fatti sopravvenuti non prevede, invece, alcuna decadenza e gli eventuali arretrati sono corrisposti nel rispetto dei previsti termini prescrizionali quinquennali.

I sistemi di calcolo della pensione

I sistemi di calcolo della pensione sono tre a seconda del percorso assicurativo e contributivo del soggetto che accede alla pensione:

  • Contributivo
  • Retributivo
  • Misto (retributivo + misto)

Con il metodo retributivo il calcolo dell’assegno pensionistico avviene sulla base delle ultime retribuzioni, mentre con il metodo contributivo vengono presi in considerazione l’ammontare dei contributi effettivamente versati nell’arco della vita lavorativa di una persona.

Cosa fare per ottenere la giusta pensione?

Al fine di garantire una corretta pensione, occorre prestare attenzione in primis alle presenze mensili svolte in quanto sono lo specchio della busta paga che verrà elaborata dall’amministrazione.

Una volta appurato che i giorni lavorati corrispondono a quanto riportato nel corpo del cedolino bisogna focalizzare l’attenzione su tutte le altre singole voci che compongono la retribuzione, in modo da verificare se sono state correttamente corrisposte (le ore di straordinario, lavoro notturno, festivo, oltre alle altre indennità previste dal contratto nazionale).

Può essere, inoltre, utile verificare la Certificazione Unica rilasciata ogni anno dal proprio sostituto d’imposta, soffermandosi sui dati retributivi e previdenziali indicati nel modello. È consigliabile effettuare una verifica, almeno ogni 3 anni, del proprio estratto contributivo.

In ogni caso, il team legal Consulcesi & Partners è pronto a supportare e agire per ottenere la giusta pensione ai lavoratori a cui spetta.

Approfondisci il tema anche con l’articolo Ricalcolo pensionistico: gli errori più comuni e le strategie per tutelarsi.

 

 

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