Dalla KissCam al Pronto Soccorso: quando la privacy diventa virale (e rischiosa)

Il video è diventato virale in poche ore: due presunti amanti, inquadrati dalla KissCam durante un concerto dei Coldplay, reagiscono in modo visibilmente imbarazzato prima di sparire dagli spalti. Milioni di visualizzazioni, meme, commenti. Una scena nata per divertire si trasforma in una violazione involontaria della privacy.

Può sembrare lontano dal contesto sanitario, ma il messaggio è attualissimo anche per medici, infermieri e operatori sanitari: oggi basta uno smartphone per trasformare un ambiente riservato in uno spettacolo pubblico.

Con una differenza sostanziale: in sanità, il danno alla privacy non è solo reputazionale, ma anche legale e professionale.

Il caso Solange Fugger e i video dal Pronto Soccorso (e non solo)

In questi giorni fa notizia la primaria più giovane d’Italia, Solange Fugger, che pubblica contenuti social anche dal pronto soccorso in cui lavora. Il tono è positivo, divulgativo, spesso motivazionale. Ma anche quando la buona fede è evidente, il rischio di commettere una violazione del GDPR è concreto.

Così come in tantissimi altri casi dove pur con buone intenzioni si rischia di incorrere in pesanti sanzioni. Pensiamo ad esempio ai selfie in sala parto. Un neonato appena nato. Un team emozionato. Una foto condivisa con orgoglio sui social. Il gesto sembra innocuo, addirittura tenero. Ma in sanità, anche una semplice foto ricordo può trasformarsi in una violazione del GDPR, con conseguenze legali e disciplinari. Il Garante Privacy ha più volte richiamato personale sanitario o enti ospedalieri per:

  • foto con pazienti riconoscibili anche se sullo sfondo,
  • riprese video nei reparti pubblicate online o inviate ai media senza anonimizzazione,
  • assenza di consenso scritto e informato.

Perché?

Perché in un luogo di cura, ogni elemento è un dato personale o sensibile potenzialmente esposto:

  • un volto sullo sfondo, anche sfocato
  • una cartella medica su un tavolo
  • un monitor acceso con dati visibili
  • una semplice descrizione che renda identificabile un paziente o un collega

Le 5 regole per usare le immagini (senza rischiare multe)

Anche chi ha finalità educative o divulgative deve rispettare principi precisi. Ecco le 5 regole base per un uso responsabile delle immagini e dei video in contesto sanitario:

  1. Finalità chiara: educativa, divulgativa, documentativa? Va sempre dichiarata.
  2. Autorizzazione aziendale: ogni ASL o struttura ha regolamenti interni da rispettare.
  3. Consenso scritto e specifico: non basta il consenso generico.
  4. Contesto tutelato: nessuna informazione identificabile, nemmeno indirettamente.
  5. Valutazione preventiva dei rischi: in caso di dubbio, meglio rinunciare.

Quando il like costa caro

La pubblicazione non autorizzata di contenuti può integrare:

  • violazione del GDPR, con sanzioni fino a € 20 milioni
  • danno d’immagine per la struttura
  • responsabilità disciplinare e legale per il professionista

 OKPrivacy: per tutelare chi cura, proteggendo dati e identità

Con il servizio OKPrivacy di Consulcesi & Partners, le strutture sanitarie possono costruire una gestione corretta e consapevole della privacy, che include anche la formazione dei professionisti sull’uso delle immagini e dei social in ambito clinico.

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