Legittima la richiesta di equiparazione del trattamento economico e conseguente riconoscimento dei benefici economici per l’attività straordinaria prestata dai medici specializzandi per l’emergenza Covid-19.

I Medici specializzandi, fin dagli esordi, sono stati chiamati in prima linea per fronteggiare, al fianco del personale sanitario di ruolo, l’emergenza pandemica in atto, ed ancora oggi risultano in gran numero impiegati in attività direttamente o indirettamente correlate al contenimento ed al contrasto del fenomeno COVID-19.
Per ovviare alle carenze strutturali ed organizzative ormai naturalmente presenti nella nostra rete ospedaliera e territoriale, rese ancor più gravi dell’improvviso stato di emergenza, si è reso necessario emettere provvedimenti normativi che impegnassero queste figure ben oltre quanto stabilito dalla contingente regolamentazione contrattuale della loro posizione giuridica ed economica.

All’esordio dell’emergenza sanitaria COVID-19, una delle prime misure adottate dalle Università e dalle Aziende ospedaliere è stata quella di limitare l’esposizione del personale dei reparti, fatta eccezione per gli operatori direttamente adibiti alla cura dei pazienti affetti da tale virus.

Ebbene, mentre i tirocini degli studenti sono stati prontamente sospesi, l’attività assistenziale dei Medici in formazione specialistica è invece proseguita, con il necessario corollario del loro inserimento funzionale nei reparti, rivelatosi poi fondamentale per la corretta gestione degli stessi.

È fuor di dubbio che questa contingente situazione custodisce in sé le caratteristiche tipiche dell’analogia sostanziale fra le prestazioni rese dai Medici specializzandi e quelle svolte dal personale Medico dipendente.

Ne consegue che, trattandosi di elargizioni economiche corrisposte al personale Medico e Sanitario in relazione all’obbiettiva esposizione continuativa al rischio Covid 19, non potrà giammai rilevare, come artatamente sostenuto in qualche improvvido provvedimento regionale, l’inquadramento formale contrattuale degli Operatori della Salute coinvolti, quanto piuttosto il rispetto che si deve per il principio dell’effettività delle prestazioni svolte in questo contesto emergenziale.

Questa interpretazione si impone, oltre che per evidenti ragioni di equità sociale, per doveroso ossequio all’art. 36 della nostra Costituzione, che dà rilievo alla quantità e qualità dell’attività svolta dal prestatore, privilegiando la fattualità degli elementi riscontrabili nell’ambiente lavorativo rispetto alla veste formale che l’Azienda intenda conferire alle dinamiche produttive.

Soltanto ragionando in questa maniera sarà possibile giungere ad un’applicazione corretta e razionale della Direttiva 93/16/CE concernente i Medici specializzandi, senza creare disparità di trattamento economico e giuridico a fronte di situazioni fattuali del tutto analoghe e sovrapponibili.

Pertanto, qualsivoglia provvidenza di natura premiale – sotto forma di indennità o di emolumento ad hoc – che sia stata deliberata dalle Amministrazioni sanitarie pubbliche in favore dei Medici di ruolo impegnati nella gestione dell’emergenza COVID-19, dovrà essere integralmente riconosciuta e corrisposta ai Medici specializzandi che hanno concorso ad erogare le medesime prestazioni dei loro colleghi di ruolo, a nulla rilevando il differente inquadramento contrattuale.

Inoltre, i Medici specializzandi si mostrano meritevoli di beneficiare di una congrua riduzione delle tasse universitarie, ovvero di una compartecipazione della Regione al versamento di tale importo; anche in questo modo, al di là delle enfatiche – quanto evanescenti – prese di posizione elogiative da parte dei mezzi di comunicazione nazionali e locali e della stessa popolazione, si avrebbe una misura concreta di riconoscimento dell’attività straordinaria e dell’impegno profuso dai nostri giovani nel fronteggiare l’attuale  emergenza sanitaria.

C&P è sempre al fianco dei medici specializzandi per raccogliere le loro legittime istanze e trasformarle in una coordinata e proficua azione collettiva per ottenere il riconoscimento di pari dignità e pari trattamento economico.

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