Il nome non è ancora ufficiale, ma molti lo chiamano già “Bonus Giorgetti” (dal nome del ministro). A partire da settembre 2025 per i lavoratori privati e da novembre per quelli pubblici, entra in vigore una misura che promette di cambiare le scelte di molti: chi ha raggiunto i requisiti per andare in pensione, ma decide di restare in servizio, riceverà un bonus in busta paga pari alla sua contribuzione previdenziale (il 9,19% dello stipendio lordo).
Non si tratta di una cifra trascurabile: fino a 6.900 euro netti in un anno, perché quei contributi vengono versati senza trattenute fiscali.
A prima vista, la convenienza pare evidente.
“Mi spettano 6.900 euro netti? E in cambio devo solo continuare a lavorare qualche mese in più? Accetto!”.
Ma fermiamoci un attimo. Perché ciò che sembra un guadagno immediato potrebbe nascondere un impatto negativo sulla tua pensione futura.
Con questo bonus, infatti, non versi più contributi all’INPS. E quei contributi, lo sappiamo, determinano l’importo dell’assegno pensionistico. Rinunciarvi significa ricevere un assegno più basso per sempre.
Facciamo due conti.
Un lavoratore che guadagna 40.000 euro lordi all’anno potrà ricevere circa 3.700 euro netti di bonus. Ma se rinuncia a versare contributi per un anno, potrebbe ritrovarsi con una pensione più bassa di 40-60 euro al mese, per tutta la vita.
In 20 anni di pensione, significa quasi 15.000 euro in meno.
Certo, l’impatto varia da persona a persona. Dipende dall’età, dagli anni di contributi, dalla retribuzione media e dalle aspettative di vita.
Ecco perché non esiste una risposta valida per tutti.
Come se non bastasse, viviamo in un sistema pensionistico in continua evoluzione: una riforma viene annunciata ogni pochi mesi, gli indicatori cambiano (inflazione, speranza di vita, coefficiente di trasformazione), e il quadro è tutt’altro che stabile.
In questo contesto, scegliere di resterà al lavoro per incassare un bonus, senza capire l’impatto reale sul proprio futuro pensionistico, è un rischio che nessun lavoratore dovrebbe correre alla cieca.
Quello che serve oggi non sono più i consigli generici. Servono simulazioni dettagliate, basate sul proprio profilo contributivo, su scenari previdenziali realistici e sull’evoluzione normativa in corso.
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Il bonus pensione 2025 è un’occasione per alcuni, una trappola per altri. Solo chi conosce bene la propria posizione può decidere consapevolmente.
Non lasciare che siano i titoli dei giornali o il passaparola a guidare la tua scelta.