Pensione anticipata con TFR a 64 anni: perché interessa solo il ceto medio

Secondo le anticipazioni, tra le ipotesi sul tavolo della Legge di Bilancio 2026 c’è una nuova forma di flessibilità previdenziale: la possibilità di andare in pensione a 64 anni, anche senza avere i requisiti ordinari, utilizzando il TFR (o parte di esso) per integrare l’importo della pensione e raggiungere la soglia minima prevista.

Un’idea che punta a coinvolgere in particolare il ceto medio, quella fascia di lavoratori che ha alle spalle una carriera relativamente stabile, un montante contributivo non trascurabile e un TFR accumulato sufficiente a sostenere l’anticipo.

Perché è pensata per il ceto medio

Questa misura non si rivolge indistintamente a tutti. È calibrata sul cosiddetto “ceto medio” perché:

  • chi ha carriere discontinue o redditi bassi difficilmente avrà un TFR sufficiente a coprire il requisito minimo;
  • chi ha redditi alti non ha reale convenienza ad anticipare, perché la penalizzazione in termini di importo futuro sarebbe più rilevante;
  • a beneficiarne sarebbero soprattutto i lavoratori con un montante contributivo adeguato ma non elevato, che con l’integrazione del TFR possono superare la soglia minima ed accedere prima alla pensione.

In sostanza, si tratta di un’uscita anticipata “selettiva”, che premia chi sta nel mezzo: né troppo in basso, né troppo in alto.

Vantaggi della pensione anticipata con TFR

  • Uscita a 64 anni: più flessibilità rispetto ai 67 anni (o oltre) previsti dall’età di vecchiaia.
  • Utilizzo del TFR: invece di attendere la liquidazione completa a fine carriera, si può trasformare in uno strumento per anticipare l’uscita.
  • Misura volontaria: non è obbligatoria, ma offre un’opzione aggiuntiva a chi vuole pianificare con anticipo.

Rischi e criticità

  • Assegno ridotto: anticipare la pensione significa percepirla più a lungo, ma con importi più bassi.
  • Perdita di rivalutazioni: rinunciare a lavorare fino ai 67 anni significa accumulare meno contributi e perdere l’effetto dei coefficienti di trasformazione più favorevoli.
  • TFR intaccato: il TFR è spesso visto come “paracadute” o liquidazione da reinvestire; usarlo per anticipare la pensione significa consumare oggi ciò che poteva essere utile domani.
  • Selettività: chi non appartiene al “ceto medio” rischia di restare escluso, trovandosi senza vantaggi concreti.

Conviene davvero? Dipende dal tuo profilo

Come spesso accade con le riforme previdenziali, non esiste una risposta valida per tutti.
La convenienza di questa misura dipende da:

  • Età e carriera contributiva: quanti anni di contributi hai già accumulato e con quale continuità.
  • Importo del TFR maturato: sufficiente o insufficiente a garantire un assegno stabile.
  • Obiettivi personali: vuoi anticipare a ogni costo o preferisci un assegno più alto attendendo?

Solo una simulazione personalizzata può chiarire se il gioco vale la candela.

Calcolo Pensione Futura: la bussola tra ipotesi e realtà

Con il servizio Calcolo Pensione Futura del network legale Consulcesi & Partners puoi:

  • Simulare il tuo scenario con “64 anni + TFR” e confrontarlo con l’uscita ordinaria.
  • Capire quanto perderesti o guadagneresti in termini di importo mensile e arretrati futuri.
  • Valutare strategie integrative (riscatto laurea, previdenza complementare, bonus contributivi).
  • Avere una visione chiara e affidabile del tuo futuro previdenziale, senza basarti solo su ipotesi.

Conclusione

La proposta di pensione anticipata con TFR per il ceto medio è una novità importante, ma non è una soluzione universale. Potrebbe rappresentare un’opportunità per alcuni e una trappola per altri.

La differenza la fa la pianificazione: simulare oggi il tuo percorso previdenziale ti permette di scegliere con consapevolezza, senza rimpianti.

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