Quando una farmacia si trova in difficoltà economica, la situazione può precipitare rapidamente. A differenza di altre attività, una farmacia ha responsabilità operative continue, rapporti con il SSN, forniture critiche e spesso dipendenti a carico. Un ritardo nei versamenti IVA o IRPEF, qualche scadenza INPS saltata, o un contenzioso fiscale non risolto possono portare in breve tempo a un’esposizione debitoria importante. E quando i debiti superano i 700.000 o 1.000.000 di euro, l’intero equilibrio rischia di crollare.
Il primo sintomo è il deterioramento del rapporto con i fornitori. Richieste di pagamento anticipato, ordini sospesi, interruzione dei rifornimenti. Poi arrivano gli effetti a catena: difficoltà a pagare i dipendenti, DURC non rilasciato, esclusione da gare o convenzioni ASL. In molti casi, le banche riducono o revocano i fidi, i clienti si accorgono delle difficoltà, e la reputazione della farmacia comincia a vacillare.
Ma oggi, anche con una situazione così complessa, esiste una soluzione legale, strutturata e applicabile, pensata proprio per le realtà come la tua.
Il Codice della Crisi d’Impresa, oggi pienamente operativo, consente alle attività in crisi – comprese le farmacie – di accedere a strumenti specifici per bloccare le azioni esecutive, rinegoziare i debiti, tutelare il lavoro e mantenere la titolarità.
Lo strumento più efficace in questo contesto è il concordato preventivo in continuità aziendale. Attraverso questa procedura:
Una farmacia di medie dimensioni in provincia di Milano, gestita da due soci, con tre dipendenti e un volume di vendita stabile ma sovraccarico di debiti per oltre 1,1 milioni di euro (tra Agenzia delle Entrate, INPS, fornitori e banca), si è trovata a rischio chiusura. I fornitori avevano iniziato a ridurre le consegne, la banca aveva chiesto rientro immediato dal fido, e l’ASL aveva bloccato un nuovo contratto per mancanza di DURC.
Grazie alla consulenza tecnica di CFI – Crisi Fiscale d’Impresa, attivata attraverso il network di Consulcesi, è stato elaborato un piano di concordato preventivo in continuità aziendale. Il debito è stato ridotto di circa il 65%, la quota residua distribuita in sette anni, e i fornitori rientrati nel piano come creditori tutelati.
La farmacia ha continuato a lavorare senza interruzioni, ha mantenuto i posti di lavoro e – cosa fondamentale – ha ricostruito la fiducia con gli operatori del settore e con l’ASL.
La crisi fiscale di una farmacia può essere gestita, ma serve tempestività. Non è necessario aspettare la chiusura o l’intimazione: più la situazione è seguita in tempo, più è possibile tutelare l’attività e trovare una soluzione credibile, sostenibile e legittima.
Con la partnership attiva tra Consulcesi & Partners e CFI – Crisi Fiscale d’Impresa, fondata da Carlo Carmine e dall’Avv. Simone Forte, oggi ogni farmacista può accedere a un percorso su misura, pensato per chi opera nel settore sanitario e non può permettersi di fermarsi.
Se anche la tua farmacia ha superato il livello di guardia, è il momento giusto per agire. Un esperto C&P, in collaborazione con CFI, può offrirti una valutazione gratuita e riservata della tua posizione, per capire subito come proteggere la fornitura, i collaboratori e la continuità della tua attività. La legge ti dà gli strumenti: il passo decisivo è usarli.