Medico con partita IVA e debiti fiscali? Ecco come puoi davvero uscirne, senza chiudere lo studio

Se sei un medico, un odontoiatra o un professionista sanitario con partita IVA, e ti ritrovi con debiti fiscali o previdenziali fuori controllo, sappi che la tua situazione non è isolata. Sempre più professionisti accumulano posizioni debitorie superiori ai 200.000 o anche 400.000 euro, tra INPS, Agenzia delle Entrate, IRAP o IVA. A quel punto, arrivano le cartelle, le notifiche, i conti bloccati, la paura di perdere lo studio o la clientela.

Debiti fiscali per medici e sanitari: una crisi sempre più diffusa

Quello che in pochi sanno è che oggi esistono strumenti legali, concreti, già utilizzati, che permettono di ristrutturare questi debiti in modo sostenibile, senza dover chiudere l’attività.

Le soluzioni legali previste dal Codice della Crisi per i professionisti

In particolare, per i medici, odontoiatri e tutti i professionisti sanitari titolari di partita IVA, il Codice della Crisi d’Impresa prevede strumenti specifici – diversi dal piano del consumatore, che è riservato ai lavoratori dipendenti o ex dipendenti con debiti personali. I professionisti autonomi non possono accedere a questa misura, ma hanno comunque a disposizione procedure altrettanto efficaci, già applicate con successo a casi molto simili.

Concordato minore: come funziona e perché può salvare il tuo studio

Il concordato minore, ad esempio, è uno strumento pensato proprio per situazioni di sovraindebitamento professionale. Consente di presentare un piano sostenibile ai creditori, ottenere una riduzione importante del debito – anche superiore al 60% – e rateizzare l’importo restante in base alla reale capacità economica dello studio. È uno strumento giudiziale, omologato dal tribunale, che blocca tutte le azioni esecutive in corso e permette di tutelare l’attività, i collaboratori e la continuità operativa.

Accordo di ristrutturazione dei debiti: un’alternativa concreta

Un’alternativa altrettanto valida è l’accordo di ristrutturazione dei debiti, che si applica quando l’indebitamento riguarda sia il Fisco che fornitori, banche o istituti pubblici. In questo caso è possibile rinegoziare anche debiti garantiti – ad esempio quelli legati a finanziamenti con garanzia pubblica, come quelli del Medio Credito Centrale – e costruire un piano complessivo che mantenga in vita lo studio senza interrompere il rapporto con pazienti, ASL o convenzioni in corso.

Stop a pignoramenti e DURC irregolare: come ottenere protezione immediata

Fondamentale è poi la possibilità, con tutte queste procedure, di accedere a misure protettive immediate: strumenti legali che bloccano sul nascere ogni forma di pignoramento, fermo amministrativo, ipoteca o prelievo da parte dell’Agenzia delle Entrate. In molti casi, queste misure impediscono anche le compensazioni automatiche tra crediti e debiti, come avviene ad esempio con i rimborsi ASL, evitando che fondi dovuti al professionista vengano trattenuti in modo unilaterale. Inoltre, in presenza di un piano omologato o di una procedura avviata, è possibile recuperare il DURC e tornare operativi a tutti gli effetti.

Liquidazione controllata: una via d’uscita anche nei casi più gravi

Infine, in situazioni più compromesse, dove non è realisticamente possibile garantire un rientro del debito entro tre anni, la legge prevede anche la liquidazione controllata: una procedura che permette di chiudere in modo ordinato la posizione debitoria, liberando il professionista da ciò che non può onorare, ma lasciandogli la possibilità di continuare a esercitare. È una misura estrema, ma può rappresentare una reale via d’uscita in situazioni bloccate.

Il caso reale di un medico che ha salvato il proprio studio e ridotto il debito

Un caso recente, seguito da CFI – Crisi Fiscale d’Impresa, riguarda proprio un medico del centro Italia, con oltre 300.000 euro di debiti fiscali. Grazie a un piano costruito su misura e presentato attraverso un accordo di ristrutturazione, ha ottenuto una riduzione del 60% del debito e una dilazione su sei anni. Ha evitato pignoramenti, ha conservato il suo studio e ha potuto proseguire l’attività senza perdere la relazione con i pazienti né il controllo del proprio lavoro.

Queste soluzioni non sono riservate a grandi aziende. Sono strumenti previsti dalla legge, applicabili da qualsiasi professionista in difficoltà. Il punto è sapere a chi affidarsi per costruire un piano credibile, sostenibile, e legalmente riconosciuto.

Non sei solo: la partnership Consulcesi – CFI al fianco dei professionisti sanitari

Per questo, Consulcesi & Partners ha attivato il servizio Soluzione Debito in partnership con CFI – Crisi Fiscale d’Impresa, la prima realtà legale in Italia specializzata nella gestione del debito fiscale e nella protezione delle attività sanitarie. Fondata da Carlo Carmine e dall’Avv. Simone Forte, CFI segue ogni anno decine di professionisti sanitari e costruisce soluzioni concrete, già validate dai tribunali.

Se ti trovi in una situazione simile, puoi agire subito. Non serve attendere l’intimazione di pagamento o l’arrivo dell’ufficiale giudiziario. Con il giusto supporto legale, puoi ottenere una riduzione del debito, proteggere la tua attività e programmare il rientro con serenità.

Vuoi uscire dal debito e salvare la tua attività? Ecco da dove iniziare

Contatta ora un esperto C&P. Grazie alla collaborazione con CFI – Crisi Fiscale d’Impresa, potrai ricevere una valutazione tecnica e personalizzata della tua posizione fiscale e conoscere esattamente quali sono gli strumenti più adatti al tuo caso. Nessuna formula vaga: solo un piano concreto, legale, già applicato con successo a casi come il tuo.

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