Torna la Rottamazione Quinquies, la nuova sanatoria fiscale che consentirà di alleggerire parte dei debiti verso il Fisco. Ma dietro l’annuncio della misura si nascondono limiti e opportunità da valutare con attenzione. Questo, soprattutto per chi opera nel settore sanitario, dove anche un ritardo nei pagamenti può compromettere l’operatività e la continuità dei servizi.
Secondo le anticipazioni contenute nella bozza della Legge di Bilancio 2025, la nuova rottamazione includerà solo le cartelle affidate all’Agenzia delle Entrate-Riscossione entro il 31 dicembre 2023, escludendo invece quelle successive o ancora in contenzioso.
Un dettaglio tutt’altro che secondario per farmacie, cliniche e professionisti sanitari che gestiscono spesso posizioni miste — tra cartelle fiscali, contributi previdenziali e pendenze legate a ritenute o IVA.
Per molti operatori della salute, la domanda quindi è una sola:
“Le mie cartelle rientrano davvero nella sanatoria?”
La risposta non è sempre immediata, perché varia in base alla natura del debito, alla data di affidamento e al tipo di accertamento. Inoltre, alcune categorie di debiti — come quelli oggetto di contenzioso o già inseriti in precedenti rottamazioni — restano escluse.
In un contesto in cui la pressione fiscale si intreccia con la necessità di garantire la continuità dell’attività sanitaria, comprendere i confini della nuova Rottamazione Quinquies è essenziale per evitare errori e cogliere le opportunità previste dalla legge.
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Rottamazione Quinquies 2025: quali cartelle sono incluse nella sanità
Come tutelarsi
Per farmacie, studi medici e cliniche private, capire se e come aderire alla nuova sanatoria può fare la differenza tra la gestione ordinata del debito e il rischio di blocchi operativi.
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