Con la sentenza n. 2709/2025, la Corte d’Appello di Milano ha ribadito l’orientamento ormai consolidato secondo cui le rette di degenza per chi necessita di cure sanitarie continuative in RSA devono essere interamente a carico del Servizio Sanitario Nazionale.
Il caso nasce dal ricorso di un coniuge, amministratore di sostegno della degente, che aveva chiesto la restituzione delle somme versate alla struttura. Il Tribunale di Monza (sent. n. 1814/2024) aveva accolto la domanda, condannando la RSA a rimborsare oltre 108.020 euro.
In appello, la società aveva sostenuto che le prestazioni fossero di tipo socioassistenziale e che la gratuità valesse solo per trattamenti temporanei, ma la Corte ha respinto tali argomentazioni. Secondo i giudici, le cure sanitarie e assistenziali erano inscindibili e necessarie alla sopravvivenza della paziente, rientrando nei Livelli Essenziali di Assistenza.
Richiamando precedenti della Cassazione e del Consiglio di Stato, la Corte ha confermato che non esiste alcun limite temporale di 60 giorni per la gratuità del ricovero, riaffermando così il diritto dei malati cronici al rimborso integrale delle rette RSA.
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RSA e rette di degenza: la Corte di Milano conferma il rimborso totale – Soluzione RSA






