L’Europa sta attraversando una profonda trasformazione sociale ed economica che mette sotto pressione i sistemi pensionistici pubblici. L’invecchiamento della popolazione, la bassa natalità e la riduzione della base contributiva stanno spingendo le istituzioni europee a promuovere un modello previdenziale più equilibrato, fondato su più pilastri e con un ruolo crescente della previdenza complementare.
In questo contesto, l’Italia si trova in una posizione delicata: da un lato gode di un sistema pensionistico ancora relativamente solido nelle prestazioni, dall’altro registra alcuni dei peggiori indicatori demografici d’Europa e un’elevata spesa pensionistica in rapporto al PIL. Le tensioni sul sistema rendono centrale il dibattito sull’età pensionabile e sulla necessità di accompagnare ogni riforma con politiche attive per l’occupazione.
L’Unione Europea sta accelerando sulle riforme dei fondi pensione privati e occupazionali, mentre in Italia l’adesione alla previdenza complementare resta limitata. Anche le imprese sono chiamate a un ruolo più strategico, attraverso il welfare aziendale e i fondi occupazionali. Il 2026 si preannuncia come un anno decisivo per il futuro del sistema previdenziale.
