PRONTO SOCCORSO AL COLLASSO

C&P:“Ci sono i margini d’intervento legale per turnazioni che mettono in pericolo la salute dei cittadini”.

Roma, 19 novembre – “Sono internista e, da questo mese, l’azienda ospedaliera ci ha imposto guardie notturne interdipartimentali, in Medicina Generale e Medicina d’urgenza, per coprire le carenze di personale. È giusto? Io non ho formazione per medicina d’urgenza.”

“Sono un oculista ospedaliero. Sono obbligato a guardie dipartimentali per specialità non affini e senza tutela assicurativa…sono preoccupato.” Oltre 100 richieste, come queste, in meno di nove mesi, da parte di medici che hanno lamentato problemi di gestione delle richieste di turnazione per lo svolgimento delle guardie interdivisionali nelle strutture di Pronto Soccorso (PS), da Nord a Sud.

Sono arrivate al network legale Consulcesi & Partners, che lo rende noto a seguito del dibattito che, in queste ore, si sta accendendo sui Pronto Soccorso di tutta Italia.

Il servizio di Guardia Medica interna interdivisionale è svolto da medici di differenti specialità allo scopo di garantire 24 ore su 24 l’assistenza ai pazienti ricoverati nei vari reparti. E sempre più strutture ospedaliere, forse per far fronte alla carenza di personale medico, fanno eccessivo e non sempre appropriato ricorso alla guardia interdivisionale per assicurare la continuità assistenziale notturna nei giorni feriali e festivi. Pochi giorni fa, il presidente della Società italiana di medicina di emergenza urgenza (Simeu), Francesco Rocco Pugliese ha lanciato l’allarme dei Pronto soccorso a rischio chiusura, a causa dei medici mancanti: sono ormai oltre 2.000 e non si riescono più a coprire i turni. A riprova di ciò, ha raccolto un documento firmato da 200 direttori di Pronto Soccorso e ha avanzato la proposta assumere medici non specialisti, anche neo-laureati, da iscrivere però contemporaneamente in sovrannumero alle Scuole di specializzazione in Medicina d’urgenza.

Ma quanto può costare questa scelta alla salute dei cittadini?

A rispondere, è una recente pronuncia del Tribunale di Oristano, che ha accolto il ricorso di due dottoresse specializzate in malattie infettive che erano state adibite ai turni di guardia interdivisionale e ai turni di doppia disponibilità al reparto di Neuroriabilitazione del presidio ospedaliero S. M. di Oristano. (sentenza n. 292/2019, del Tribunale di Oristano).

La sentenza – commentano i legali di Consulcesi & Partners – è significativa perché per la prima volta fa prevalere il bene primario della tutela della salute dei cittadini che, inconsapevolmente, vengono esposti a rischi facilmente prevedibili e certamente prevenibili. Il tribunale, infatti, ha dichiarato l’illegittimità della delibera aziendale che obbligava le ricorrenti al servizio di guardia interdivisionale nel reparto di Neuroriabilitazione con la seguente motivazione: “adibire le ricorrenti, chiaramente non in possesso di specializzazioni idonee a prestare l’assistenza ai pazienti ricoverati nel reparto in oggetto (ndr Neuroriabilitazione), al servizio di guardia notturna e pronta disponibilità non appare adeguata a garantire adeguatamente ai pazienti medesimi gli interventi necessari al recupero di disabilità importanti, specialmente in casi di emergenza”. L’alta specializzazione e competenza richieste per la corretta ed adeguata gestione di pazienti così gravemente vulnerati nella loro validità fisica – si tratta infatti di soggetti che patiscono gravi lesioni cerebrali con possibili perdite di coscienza superiori alle 24 ore – impongono allora di destinare le migliori e più appropriate risorse mediche disponibili, evitando di ricorrere a professionalità che, prive delle necessarie conoscenze ed esperienze, possono mettere a rischio sé stesse ed i pazienti ricoverati.

La normativa vigente stabilisce che, nell’organizzazione del servizio di guardia interdivisionale,  si possa ricorrere ai sanitari provenienti da aree funzionali omogenee, che devono insistere nella stessa sede lavorativa e devono inerire a tipologie di specialità affini, ad esempio area medica generale; area medica specialistica; area chirurgica generale; area chirurgica specialistica): ovviamente alla copertura delle guardie interdivisionali partecipano, con equa turnazione, tutti i medici delle afferenti équipe, con esclusione dei direttori di struttura complessa.

Consulcesi & Partners ritiene che, qualora il servizio venga attuato in violazione di questi principi, vi è sempre spazio per un pronto intervento legale a tutela di coloro che vengono obbligati a turnazioni illegittime.

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