Bollette: come contestare addebiti non conformi

Al caro bollette, ormai, siamo pronti tutti e ci aspettiamo pioggia di somme ingenti da pagare che portano spesso a impiegare pochissima attenzione nella lettura di una bolletta. E se, invece, il primo passo fosse proprio stare attenti a cosa e quanto stiamo pagando? Non è raro, infatti, il verificarsi di bollette ingiuste e/o errate che debbono assolutamente essere contestate!

Nonostante sembri una banalità, è del tutto normale essere subito assaliti da domande, quali: come faccio valere i miei diritti? Devo pagare e chiedere il rimborso oppure contestarla subito? E come si fa? In quale forma è più efficace? A chi devo rivolgermi?

La procedura formale per contestare le bollette

Una procedura formale da concludere entro limiti di tempo ben precisi è quello che occorre per la contestazione di una bolletta ingiusta, così da evitare che la stessa si prescriva e, di conseguenza, si dica addio all’eventuale diritto al rimborso. Per questo motivo, una lettura attenta della bolletta può tradursi in un primo approccio proficuo. Tutte le aziende che erogano servizi, oltre all’importo da pagare, devono includere nella bolletta i dettagli previsti delle spese addebitate, le quali devono concordare con quanto stabilito all’interno del contratto di fornitura. Il consumatore che crede di trovarsi di fronte a una bolletta ingiusta può quindi rivolgersi direttamente all’ente erogatore per chiedere spiegazioni e comprendere a pieno il contenuto degli addebiti. Poi può procedere a chiedere uno storno delle somme non riconosciute, oppure aprire un eventuale reclamo. Se questo passo non dovesse sortire gli effetti desiderati, allora sarebbe il caso di adire le vie legali.

Prima di ogni cosa: consulta un avvocato

Evitare ritardi ulteriori e applicazioni di sanzioni o more al mancato pagamento è il primo passo. Come? La risposta è breve, semplice e concisa: consultando un buon avvocato. È necessario tenere a mente che il consumatore è sempre la parte debole del contratto (secondo quanto stabilito e in ordine alla causa del Codice del Consumo) di fornitura e che molto spesso si deve ricorre al Giudice di Pace per ottenere la correzione della bolletta e l’eventuale rimborso. Inoltre, proprio nell’ultimo periodo, come ben sappiamo i costi sono aumentati almeno del 30% per diversi fattori: in primis l’aumento delle materie prime che non è affatto da sottovalutare e di conseguenza l’aumento per dispersione elettrica, dovuta ad esempio al cattivo isolamento dell’impianto elettrico oppure per perdite di gas dovute al malfunzionamento di caldaie o fornelli o, ancora, per contatore guasto. Insomma, chi più ne ha più ne metta e tra le cause di aumento del canone da pagare, non può certo mancare il conguaglio. La bolletta di conguaglio arriva una volta l’anno al cliente e include tutta una serie di costi che non sono stati inclusi nelle bollette del corso dell’anno. In tal caso, l’autolettura dei contatori – comunicata con una certa cadenza – può evitare spiacevoli sorprese.


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Il reclamo: di quali formalità tener conto?

Anche quando facciamo un semplice reclamo, nel caso in cui il servizio clienti non ci abbia permesso di farlo telefonicamente, ha necessità di essere eseguito secondo alcune importanti formalità.

All’interno del documento redatto al fine di reclamare devono essere incluse le generalità di chi effettua il reclamo e di chi è intestatario dell’utenza, l’indirizzo presso cui avviene l’erogazione del servizio, il codice cliente associato e ovviamente le motivazioni riguardanti la contestazione.

Spedita tramite raccomandata a.r. o tramite p.e.c., la società avrà 40 giorni di tempo per poter dare una risposta. La tempistica è prevista dalla legge e oltrepassati i 40 giorni, il consumatore può chiedere e ottenere risarcimento danni per il ritardo.

La contestazione può avere due soluzioni: la società accoglie la richiesta e procede alla revisione della bolletta e le somme in eccedenza vengono restituite al cliente; la società rigetta la richiesta e allora è importante rivolgersi a un avvocato.

Inoltre, va tenuto a mente che per contestare una bolletta c’è tempo fino a cinque anni dalla ricezione della stessa, dopodiché si prescriverà.

Per contestare una bolletta, ho sempre bisogno di un avvocato?

La consulenza legale è sempre vivamente consigliata, anche in senso preventivo e per ogni questione che sentiamo essere pericolosa. Tuttavia, per bollette di importo non superiore a 500 euro è ammessa la difesa personale senza avvocato; per bollette entro i 2500 euro, con l’assistenza legale, si potrà citare in giudizio il gestore davanti al Giudice di Pace per richiedere risarcimento danni – anche per lo stress subito – e rimborso delle spese sostenute in sede di reclamo. Nel frattempo, inoltre, sarebbe opportuno cambiare gestore.

La normativa attuale ad hoc

Attualmente, il divieto di aumentare il costo delle bollette era stato espressamente previsto dal decreto legge Aiuti bis del 9 agosto scorso, convertito poi in legge n.142 il 21 settembre. Secondo quanto stabilito dal governo Draghi per frenare l’inflazione sul gas provocata dalla guerra in Ucraina, sono sospese dal 10 agosto fino al 30 aprile 2023 le clausole contrattuali che permettono alle società di vendita di modificare i prezzi di fornitura, a meno che tali modifiche non siano state perfezionate prima del 10 agosto, quindi precedentemente all’entrata in vigore del decreto.

Per questo e per tutti i cavilli del caso, è sempre bene, consultare un avvocato.

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