Dirigente medico e incarico pro – tempore: i rischi di un vuoto normativo

La questione concerne tutte quelle situazioni in cui un dirigente medico che, nel corso della carriera professionale alle dipendenze di un’azienda sanitaria pubblica, si ritrova a ricoprire, magari senza neppure un provvedimento formale in tal senso, il ruolo di facente funzione di un’unità operativa complessa, lasciato vacante a seguito del collocamento in pensione del suo titolare.

Contesto

Nel 2014, la Dott.ssa Carla, Dirigente Medico in servizio presso l’U.O.C. di un ospedale nazionale riceveva l’incarico di sostituta pro-tempore ai sensi dell’art. 18 comma 4 del CCNL del 8.06.2000 del Direttore della medesima U.O.C., cessato dal servizio per pensionamento, mantenendolo per quasi 3 anni, senza ricevere né l’indennità contrattualmente prevista, né alcuna compensazione economico per il ruolo di maggiore responsabilità ricoperto. Rivoltasi al team legale di Consulcesi & Partners per avere ragguagli sulla sua situazione, venivano riscontrate una serie di irregolarità commesse dall’amministrazione sanitaria, che conducevano ad una serrata trattativa, patrocinata da un avvocato esperto nel contenzioso pubblico sanitario, con l’azienda che negava ogni soluzione bonaria, ritenendo le maggiori prestazioni acquisite già compensate nell’ambito della retribuzione mensilmente riconosciuta.

Problema legale

La questione concerne tutte quelle situazioni in cui un dirigente medico che, nel corso della carriera professionale alle dipendenze di un’azienda sanitaria pubblica, si ritrova a ricoprire, magari senza neppure un provvedimento formale in tal senso, il ruolo di facente funzione di un’unità operativa complessa, lasciato vacante a seguito del collocamento in pensione del suo titolare. Questa situazione, spesso, si protrae ben oltre i termini consentiti dalla legge per cui l’azienda, omettendo ovvero procrastinando eccessivamente l’attivazione e completamento delle procedure necessarie per la nuova nomina, fruisce per anni delle maggiori prestazioni fornite dal sostituto temporaneo, senza riconoscere alcun adeguamento economico, ovvero liquidando somme non adeguate all’effettiva onerosità dell’impegno assunto dal facente funzione.

Azione intrapresa

Il team legale di Consulcesi & Partners ha:

Raccolto la doglianza del dirigente medico

Esaminato la documentazione del rapporto di lavoro

Riscontrato nella prima consulenza legale l’effettiva sussistenza dei presupposti dell’azione

Successivamente

Il team legale di Consulcesi & Partners ha:

Inviato una diffida stragiudiziale all'azienda sanitaria

Avviato un percorso di negoziazione assistita con l’amministrazione pubblica

Depositato ricorso giudiziale per ottenere il pagamento delle differenze retributive maturate per il ruolo di facente funzione ricoperto per un triennio

Esito

Già alla prima udienza, il Giudice del Lavoro di Catania invitava i difensori delle parti, sul presupposto della presumibile fondatezza della pretesa del dirigente medico, a ricercare una soluzione bonaria della vicenda, che di fatto veniva suggellata con un verbale di conciliazione che prevedeva, a tacitazione di ogni pretesa avanzata dal ricorrente, il pagamento da parte dell’azienda dell’importo complessivo di ben 18 mila euro in suo favore.

Parere legale

“L’invito alla transazione dimostra come il riconoscimento di un compenso economico per l’impegno e le maggiori responsabilità di cui sono investiti i facenti funzioni sia un atto dovuto rispetto a situazioni che, protraendosi oltre i limiti consentiti dalla legge, diventano spesso foriere di discriminazioni, che vanno comunque sanate”.

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