Contesto
Negli ospedali e nelle strutture sanitarie, spesso i diritti dei professionisti vengono messi da parte per esigenze organizzative o per regolamenti interni che finiscono per penalizzare i lavoratori. È il caso di Luigi, infermiere turnista di un’ASP siciliana, che per anni ha svolto regolarmente turni superiori alle sei ore senza mai ricevere i buoni pasto a cui avrebbe avuto diritto.
Una condizione vissuta anche da diversi suoi colleghi, costretti a lavorare in turni pesanti senza alcun riconoscimento di questo beneficio.
Il caso
Nonostante il regolamento aziendale prevedesse, in via generale, la possibilità di erogare il servizio mensa o i buoni pasto per il personale turnista, l’ASP non aveva mai provveduto a garantire questa forma di sostegno.
Luigi, stanco di subire questa situazione ingiusta, si è rivolto a Consulcesi & Partners, che ha immediatamente attivato un percorso di tutela legale. Dopo una prima fase di analisi, è emerso chiaramente che:
- il diritto al buono pasto matura con il superamento delle 6 ore di servizio, anche nei turni pomeridiani e notturni;
- l’assenza di mensa non giustifica l’omissione di un servizio sostitutivo;
- esistevano precedenti giurisprudenziali favorevoli per casi analoghi.
La sentenza
Dopo il tentativo di risoluzione bonaria, rimasto senza esito, il caso è approdato in Tribunale.
Il giudice ha dato pienamente ragione al professionista, riconoscendo che l’azienda era tenuta a garantire un servizio sostitutivo in assenza di mensa. La sentenza ha stabilito:

Il diritto del lavoratore ai buoni pasto anche per i turni serali e notturni;

Il rimborso economico per cinque anni di mancata erogazione;

La condanna dell’ASP al pagamento delle spese legali.
Un risultato che apre la strada anche ai colleghi
La vittoria di 6.200€ ottenuta ha avuto un effetto immediato: altri sei colleghi del professionista, che si trovavano nella stessa situazione, hanno deciso di affidarsi a Consulcesi & Partners. Grazie a un’azione collettiva, ognuno di loro ha potuto vedersi riconosciuto un rimborso analogo.

Parere legale
“Questa causa dimostra come i diritti dei professionisti sanitari non possano essere sacrificati da prassi aziendali o da regolamenti interni poco chiari. Ogni lavoratore ha diritto a condizioni dignitose, e il nostro impegno è garantire che queste vengano sempre rispettate. La vittoria ottenuta rappresenta non solo un rimborso economico, ma soprattutto un segnale di giustizia e di rispetto per chi dedica la propria vita alla cura degli altri“.