Ferie maturate e “sparite”: perché l’azzeramento automatico è contro la legge
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Sempre più dirigenti medici del SSN segnalano la scomparsa improvvisa dei giorni di ferie maturati e non goduti, eliminati dai cedolini senza alcuna comunicazione preventiva. Questa “cancellazione automatica” è però considerata illecita dalla giurisprudenza, poiché il diritto alle ferie annuali retribuite è riconosciuto come fondamentale e irrinunciabile dalla Costituzione, dalla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea e dalla direttiva 2003/88/CE. Le Corti europee e, successivamente, la Cassazione hanno ribadito che le ferie tutelano la salute del lavoratore e non possono essere compresse o annullate: il dipendente deve sempre poter usufruire dei congedi o, in caso di cessazione del rapporto, ricevere un’indennità economica sostitutiva. Qualsiasi provvedimento che comporti l’azzeramento automatico delle ferie è dunque da ritenersi anomalo e illegittimo.

Obblighi dell’azienda e tutele per il dipendente

Le aziende pubbliche non possono estinguere d’ufficio le ferie non godute, ma devono dimostrare di aver messo il lavoratore nelle condizioni di usufruirne. Ciò implica obblighi chiari: informare tempestivamente il dipendente, sollecitarne la fruizione, garantire periodi di riposo effettivamente accessibili e avvertire espressamente delle eventuali conseguenze in caso di mancata utilizzazione. La Cassazione, richiamando la Corte di Giustizia UE, ha stabilito che il diritto alle ferie non può estinguersi se il lavoratore non è stato adeguatamente informato o non ha potuto beneficiarne per ragioni indipendenti dalla sua volontà. In caso di cancellazione illegittima, il dipendente può chiedere il ripristino dei giorni o, se il rapporto è concluso, la monetizzazione delle ferie spettanti.

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