Buoni fruttiferi: perché Poste Italiane è stata condannata a rimborsare i risparmiatori
buoni fruttiferi postali

Una recente sentenza del Tribunale di Catanzaro (n. 1978/2025( segna un nuovo capitolo nella tutela dei risparmiatori italiani. Dopo anni di segnalazioni e contestazioni, viene riconosciuta la responsabilità di Poste Italiane per la mancata trasparenza nella gestione dei Buoni fruttiferi postali, strumenti di risparmio scelti da milioni di cittadini per la loro apparente sicurezza. Il giudice ha stabilito che la società avrebbe dovuto fornire informazioni chiare e complete sui termini di scadenza e prescrizione dei titoli, condannandola così a restituire le somme investite ai clienti coinvolti. Una decisione che rafforza il principio secondo cui la fiducia dei risparmiatori deve essere tutelata con correttezza, trasparenza e rispetto delle regole.

I fatti

Il 18 ottobre 2022 l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato aveva già condannato Poste Italiane per pratiche commerciali scorrette, a causa della mancata comunicazione ai risparmiatori delle informazioni essenziali relative alla scadenza e alla prescrizione dei Buoni fruttiferi postali.

Molti cittadini, convinti di aver scelto un investimento semplice, sicuro e a basso rischio, si sono visti negare il diritto al rimborso una volta recatisi in filiale, perché i titoli risultavano ormai prescritti.

Il Tribunale di Catanzaro, interpellato da alcuni di questi risparmiatori, ha riconosciuto l’inadempimento contrattuale di Poste per non aver fornito le dovute informazioni sia al momento della sottoscrizione dei Buoni, sia negli ultimi cinque anni di validità per quelli prossimi alla scadenza.

Confermato il diritto al risarcimento, anche oltre la prescrizione

Il giudice ha accertato che Poste Italiane, in qualità di intermediario, ha violato i principi di correttezza, informazione e buona fede previsti dalla normativa di settore.
Per questo motivo, la società è stata condannata alla restituzione integrale del capitale investito, pur senza riconoscere gli interessi maturati.

In altre parole, Poste avrebbe dovuto prevenire ogni possibile errore dei risparmiatori in merito alla durata o alla convenienza dell’investimento.
La decisione riporta così i risparmiatori nella stessa posizione economica in cui si sarebbero trovati se l’investimento non fosse mai stato effettuato.

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L’onere della prova è a carico di Poste

Un passaggio centrale della sentenza riguarda la distribuzione dell’onere probatorio.
Trattandosi di responsabilità contrattuale, ai sensi dell’art. 1218 c.c., spettava a Poste Italiane dimostrare di aver adempiuto correttamente agli obblighi informativi.

In assenza di prove sulla consegna dei fogli illustrativi e sulla corretta indicazione delle date di scadenza, il Tribunale ha accolto la domanda dei risparmiatori, ribadendo che non è il cliente a dover dimostrare l’inadempimento, ma il professionista a provare di aver adempiuto.

Come tutelarsi

Se possiedi Buoni fruttiferi postali, è importante:

  • Verificare se sul titolo è indicata chiaramente la data di scadenza;
  • Controllare se al momento della sottoscrizione ti è stato consegnato un foglio illustrativo completo;
  • Confrontare quanto indicato sul titolo con l’importo effettivamente rimborsato.

In presenza di discrepanze, puoi valutare un’azione legale per ottenere la restituzione del capitale investito.


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