Immagina una mattina qualunque nel tuo ambulatorio medico. La sala d’attesa è piena, il telefono squilla, le urgenze si accavallano. Poi entra qualcuno che non è un paziente. Mostra un tesserino, è del Garante per la Privacy. Ha ricevuto una segnalazione.
Ti chiede:
Dove conservate i dati dei pazienti?
Che misure avete adottato per proteggerli?
Quando è stata fatta l’ultima valutazione dei rischi?
Non hai tempo per cercare risposte, e soprattutto non hai le risposte giuste.
Inizia così per molti studi medici italiani. Nel 2025 la tutela della privacy è una priorità assoluta — e le conseguenze per chi non si adegua sono spesso serie.
Se gestisci dati sanitari violenti (art. 9 GDPR), sei tenuto a:
Informativa chiara e firmata
Consenso registrato
Registro dei trattamenti
Controlli d’accesso e formazione del personale
Misure tecniche e organizzative (backup, cifratura, autenticazione)
E non basta farlo una volta: il GDPR richiede monitoraggio, aggiornamenti e documentazione continua.
Negli ultimi anni, le sanzioni comminate dal Garante della Privacy a strutture sanitarie italiane sono aumentate sia in numero che in severità, a conferma di quanto sia cruciale una corretta gestione dei dati sensibili dei pazienti.
Nel settembre 2023, ad esempio, l’IRCCS MultiMedica di Milano è stato sanzionato per 80.000 euro per gravi violazioni in ambito di ricerca scientifica: la struttura non aveva adeguatamente pseudonimizzato i dati raccolti, compromettendo i principi di integrità e riservatezza previsti dal GDPR.
Un mese dopo, nell’ottobre 2023, è stata la volta dell’ASL Toscana Centro, colpita da una sanzione da 50.000 euro. Il motivo? Documenti sanitari – tra cui cartelle cliniche, prescrizioni e referti – erano stati abbandonati in un ex sanatorio, accessibili a chiunque vi accedesse. Una leggerezza inaccettabile, che ha esposto dati sensibili senza alcuna protezione.
Già nel 2021, l’USL della Valle d’Aosta aveva ricevuto una multa da 40.000 euro per aver concesso un accesso eccessivamente ampio ai dossier sanitari: operatori non direttamente coinvolti nella cura dei pazienti potevano consultare dati clinici, in violazione del principio di minimizzazione.
Più recentemente, nel dicembre 2024, una azienda sanitaria pubblica è stata sanzionata per 5.000 euro per un episodio altrettanto emblematico: l’invio non autorizzato a terzi di una lista contenente nominativi, codici fiscali e prestazioni sanitarie dei pazienti. Un errore banale ma gravissimo, frutto di una gestione disattenta e non conforme alla normativa.
Non si tratta di strutture remote: i problemi riguardano IRCCS, ASL, poliambulatori italiani
Le sanzioni partono da € 5.000, ma arrivano a € 80.000, accompagnate da misure correttive e obblighi di pubblicazione
Le violazioni più frequenti? Dati accessibili senza controllo, documenti abbandonati, invio non autorizzato di informazioni sensibili
Audit privacy completo: identificazione dei flussi, valutazione rischi
Regolamentazione accessi: permessi solo a personale coinvolto, log di accessi
Backup cifrati e autenticazione forte
Formazione periodica del personale
Informativa e consenso personalizzati
Gestione documenti sensibili e cartacei: protocolli rigidi
Con OkPrivacy, il servizio del network legale di Consulcesi & Partners:
Ottieni un audit entro 48h
Ricevi registro trattamenti, informativa e consensi aggiornati
Hai l’opzione di un servizio completo: gestione documenti, formazione, monitoraggio continuo
Il GDPR è un’opportunità per costruire fiducia, non solo un adempimento burocratico.
Quando hai controllato l’ultima volta il tuo registro trattamento?
Hai certificato la cifratura dei referti e il controllo accessi?
Il tuo personale è davvero formato sulle misure di sicurezza?
Se anche una di queste risposte è “non lo so”… PRENDI IN MANO LA SITUAZIONE.
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